domenica 26 luglio 2009

http://www.youtube.com/watch?v=39lQOyTy1MQ

Eccomi qui, a scrivere di qualcosa più grande di me, ma che merita di essere trattato.
Sto parlando della "EMERGENZA NECESSARIA" dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria.
E' intorno a quest'ossimoro che bisogna, secondo me, riflettere per trovare una spiegazione a questo "cantiere infinito".
Nel resto d'Italia, ma direi anche nel resto del mondo, le emergenze rappresentano qualcosa da evitare assolutamente, o comunque qualcosa da risolvere nel minor tempo possibile per poter tornare ad una situazione di stabilità che consenta il funzionamento ottimale della società e di tutti i suoi organi. Nel Meridione d'Italia questo ragionamento lineare risulta essere tanto comprensibile quanto "inaccettabile".
Per poter meglio capire cosa intendo dire è utile che io faccia un brevissimo discorso introduttivo.
Durante gli ultimi 60 anni si sono avuti grandi cambiamenti nella scena politica internazionale. Questi cambiamenti sono andati a coincidere con delle forte spinte di modernizzazione. Durante questo processo si è avuta una forte industrializzazione, che ha prodotto la separazione tra i diversi ambiti dell'agire umano (politico, sociale, religioso ed economico) che si sono resi autonomi gli uni dagli altri. Nel Sud Italia, invece, si è avuta una "separazione incompleta", passando direttamente dal settore primario ad un terziario avanzato, saltando il secondario. Questa mancata industrializzazione ha reso l'economia locale fortemente dipendente dall'assistenzialismo statale, che con i propri sussidi ha garantito una crescita dell'etica del consumo, ma non quella della produzione. Si viene quindi a creare una situazione di dipendenza dai fondi pubblici. Questi ultimi sono redistribuiti dai politici, che però non attuano una distribuzione che vada ad eliminare le differenze troppo grandi tra le diverse fasce sociali, ma utilizzano la loro posizione per poter attuare processi di scambio clientelare (voto/favore). La dipendenza si configura, quindi, come una dipendenza dalla politica che, dal canto suo, trae tutti i suoi vantaggi dalla gestione di una società frammentata.
Una volta compresi i meccanismi che hanno portato ad una dipendenza dalla politica e, quindi, dal denaro pubblico è facile teorizzare che le emergenze, in questa parte d'Italia, sono fonte di reddito e sono "necessarie" per poter reiterare i meccanismi di sudditaggio dei cittadini nei confronti del "ceto" politico.
In effetti le emergenze richiedono, per la loro risoluzione, lo stanziamento di ingenti somme di denaro in proporzione alla portata del problema. Questo meccanismo fa sì che le emergenze, prima che come problemi, vengano viste come risorse, fonti di ricchezza da poter manipolare. In un simile contesto si tende a dilatare quanto più possibile i tempi di risoluzione per poter ottenere quanto più denaro possibile dallo Stato italiano e dall'UE. Questo denaro viene poi utilizzato per dare posti di lavoro (precari) e ad espandere i meccanismi di dipendenza/gratitudine per i politici di turno, all'interno degli interi settori coinvolti nei lavori.
I cantieri infiniti sull'A3, definiti come un "tumore" che tende a non arretrare, sono perfettamente incasellabili in questo meccanismo assurdo.
Tale circolo vizioso potrà essere risolto solo attuando un processo di crescita del mercato economico e dell'associazionismo indipendente. Così facendo si potrebbe portare a compimento il processo di separazione di cui parlavo all'inizio e si incentiverebbe la crescita della credenza nella legalità.
So che il discorso è molto più ampio e va a toccare temi come "mafia" e "corruzione", ma qui sarebbe impossibile approfondirli. Spero solo di non avervi annoiato e di avervi chiarito almeno un po' le idee.